giovedì 27 novembre 2008

Tutta un'altra musica

Mi ero quasi dimenticato di dire che ho comprato il mio primo Ipod. So che arrivo in ritardo di una decina di generazioni, più che oggetto di culto è oggetto da musei (infatt è esposto al MoMA), massima espressione del conformismo, e fondamentalmente inutile: la musica la ascolti comodamente e meglio in casa sullo stereo e non essendo io un pendolare, o abituale frequentatore di mezzi pubblici, ho rare occasione per sfoderarlo fuori casa. Invece lo utilizzo molto collegato all'Hi-fi.
C'è anche da dire che i nuovi modelli sono troppo leggeri, del tipo che non senti di averli in mano, e l'accellerometro è stralento. Tutto sommato mi sento molto figo con le cuffiette bianche.

Criticare la borghesia è sempre chic

Ho visto il nuovo di Woody Alenn, "Vicky Cristina, Barcelona", mi è piaciuto nonstante tutto. Non è di certo il più bel film di Woody Allen e neanche regge il confronto con la trilogia londinese (in particolare con Match Point, che è un capolavoro). Comunque i sui ritratti dell'upper class sono profonde riflessioni sulla società moderna e sui sentimenti umani di cui non ci possiamo privare. Non ne so niente di cinema e quindi concludo il discorso.



Inoltre sono stato a teatro (4°/5° volta nella vita) a vedere "Il Piacere dell'Onestà" con Gullotta. Spettacolo molto verboso con difficile ma magistrale sceneggiatura che ritrae l'ipocrsisa della borghesia più ignorante d'europa (quindi italiana). L'interpretazione di Gullotta è ottima e la recitazione è nel complesso di altissimo livello. Scenario minimalista ma originale: casetta trasparente-ruotante con mobilio d'epoca (quando poi si sono accesi i neon è diventata evidente la somiglianza con la stanza di "2001: odissea nello spazio") e campagna sullo sfondo. Bello.


lunedì 17 novembre 2008

Cronaca di un fallimento annunciato

Oggi si studia. Ho già pianificato tutto: torno a casa in macchina con Marco, pasto frugale, ascolto qualche canzone sull'ipod ed entro le 13.30 mi butto sui libri. Che persona organizzata che sono! Inoltre non ho ragioni di lamentarmi visto che devo studiare Orwell, il periodo giolittiano e l'elettrostatica, che è più che propedeutica al mio progetto di costruire un sintetizzatore.
Ok, sono le 13.08, ho appena finito di mangiare mi restano ventidue minuti per ascoltare un po' di musica. Preparo una playlist idonea: Human league, Cindy Lauper, Battiato, Sigur Ros, Beach Boys, Kraftwerk e Tiziano Ferro, più snob di così non si può; sforerò di qualche minuto ma non importa.
13.45: mancano 1.52 minuti alla fine di "Girls Just Wanna Have Fun" e mi accingo a dirigermi verso la scrivania, aspetto che la canzone finisca e sfodero lapis, penna blu replay, libro di fisica, coordino tutto e... si parte.
Dunque il torema di Gauss lo so di per certo, l'ho già ripetuto l'altra settimana, la carica elettrica è oltremodo elementare, per non parlare poi dei condensatori in parallelo: banali. No no, fisica è inutile studiarla, e poi ripetere l'enunciazione dei teoremi mi toglierebbe fiato per Giolitti. Passiamo ad Animal Farm.
Fammi vedere, nel compito ci mette questo, questo e questo.... ho già letto il libro e lo spettacolo al teatro è stato ieri, evitiamo la secchionaggine e dedichiamoci alla vera montagna quotidiana da scalare: la poltitica italiana dall'inizio del secolo alla prima guerra mondiale.
Ci siamo, ecco qui il paragrafo, da pag. 54 a 78. Neanche toppa roba, anzi forse un po' poca, uno bravo come me non si può ridurre a queste addattature scolastiche di argomenti che hanno ben più da dire. Sicuramente nello scatolone della storiografia marxista dei miei genitori troverò qualcosa sull'argomento, d'altronde il buon Togliatti aveva riabilitato la figura Giolitti già nella prima metà del novecento.
Quindi scendo le scale che mi portano al soggiorno, piccola capatina in cucina per rosicchiare qualcosa (il pasto era decisamente troppo frugale) e poi giù per un'altra rampa verso lo scannafosso. Mi rotolo per dieci minuti buoni in questo megascatolone bolscevico, pieno di titoli più comprati che letti, senza però trovare quello che cerco, fino a che... eccolo: "Giampiero Carocci, Giolitti e l'età giolittina". Smack, smack , pensa che fortuna, e inoltre è una bella edizione Einaudi risalente a trent'anni orsono. Quindi il libro l'ho trovato, e non mi resta che risalire fino alla cameretta e iniziare a sfogliarlo. Arrivo al soggiorno e mi fermo davanti alla tv.
So benissimo che se l'accendo rischio di attaccarmi a Current, ma lo faccio solo per guardare i film che ci sono stasera. Niente di interessante, solo qualche blockbuster e vecchi western, potrei anche spengere... ma un pod su Current che male può fare? Digito 130 sul telecomando: Uau! un documentario in tre parti sulla Cina, non posso perderlo; la storia può aspettare, il presente è più incombente.
Il Pod è tanto bello quanto noioso e alla fine della prima parte zappo fino a Cult: "Louis T. e i wrestler"!!! NON posso perdere una cosa del genere, dura 45 minuti, appena finito mi fiondo a studiare.
Il documentario è finito e io sono a metà tra lo sragionamento e l'estasi, troppo eccitato per studiare, per calmarmi ci vorrebe... ma si!!! proprio una puntata di "One hit wonder" su Mtv Gold. E' la classifica delle migliori cento meteore degli anni ottanta e novanta.
Che palle è durato solo un'ora, solo 20 canzoni, uff! Bene ora non ho più scuse sono le cinque e devoa andare a... Le cinque, ma è l'ora del tè! Ho anche dei biscotti buonissimi , e poi se vado a studiare a stomaco vuoto rischio di svenire tra le pagine ingiallite del mio nuovo volumetto. La merenda non si salta, è sacra.
E lunga, visto che rovescio due volte la tazza e per due volte devo ripreparare tutto.
Giungo finalmente nei pressi della scrivania, dove scorgo il portatile. Dovrei controllare la posta, sono più di 15 ore che non lo faccio, magari qualcuno è in pericolo di vita o si sta oraganizzando un raduno di facebook senza di me. Nessun nuovo messaggio, mi ero preoccupato per nulla.
Mi sento sempre solo quando non ricevo email o non vedo il simbolo del messaggino sul cellulare. Io ho bisogno di affetto. Apro Facebook: Nessuna notifica. Mondo crudele, ma è su messenger che ho i miei veri amici. Ce ne sono molti in linea, non mi resta che aspettar che qualcuno mi trilli. Aspetto... Aspetto... Aspetto... E che cazzo tutti sulle sue oggi?! Ok faccio io la prima mossa "Ehi fabri come va?" "Scusa ma non lo vedi che ho scrittoche sto studiando? Domani ho un esame". Universitari di merda come se solo loro avessero da studiare... studiare... GIOLITTI!!!
Ormai è tardi non ce la farò mai. Al diavolo storia , tanto l'interrogazione è sabato ho tutto il tempo del mondo. Meglio scrivere sul blog di questa giornata passata a non fare niente. Tanto io sono uno che se le può permettere queste cose. Posso non studiare visto che so già tutto. Come il teorema della capacità di Gauss in parallelo (non era così che si chiamava?) o la Fattoria degli Animali di Louis T. (eppura qualcosa non torna).
Mentre srivo queste cose realizzo che è il quarto giorno cosecutivo che sfuggo ai libri, che nei prossimi tre giorni ho quattro compiti e che non so neanche di cosa parleranno. Mi dico anche, tra me e me, che ci manca che cominci il declino scolastico e siamo a posto, il peggio del peggio.
Basta ora spengo internet e incollo gli occhi al libro di storia.
Dopo aver ascoltato qualcosa sull'ipod, si capisce.

Oh my gold!

Filip (quello del post scosrso) ha aperto un blog. A dire il vero ne aveva già uno, ma questo è cheap and chic come non mai.

mercoledì 12 novembre 2008

Anche Frankenstein va al supermercato

Le migliori foto del servizio fotografico di Filip a cui ho collaborato. Le altre le trovate qui

giovedì 6 novembre 2008

Oh-Bama!!!

Obama ha vinto. Ha stravinto. E non ha vinto per il suo programma, per le sue idee, il colore della sua pelle, il suo partito o altre categorie tradizionali della politica. Anzi non ha vinto nanche lui, Barack Hussein Obama. Ha vinto la facciona sorridente che sui cartelloni era affiancata alla scritta "change", ha vinto un sogno, una speranza. E' stato il voto meno razionale e più sentimentale degli ultimi decenni, un voto "a pelle". Obama è riuscito a infondere il sogno della poltitica, a far sentire i suoi elettori parte di un progetto grande, di un movimento, quasi di una religione che ha lui come messia. La politica deve capire che per riavvicinarsi alle persone deve farle commuovere, ridere, arrabbiare, deve farle sentire parte di una grande storia. Obama questo lo ha capito più di tutti.

sabato 1 novembre 2008

L'etilico pessimismo cosmico

C'è Lorenzo che parla con me dell'università, di come si trova bene a vivere senza i genitori, ad avere totale libertà e indipendenza. Dice che gli anni del liceo sono belli, ma quelli dell'università lo sono di più. I dico si, è vero, ti credo, il ciclo che sto chiudendo è stato importantissimo per la mia formazione, non solo come studente, ma come presona. E lui dice che quest'anno (la quinta) sarà quello che passerà più velocemente, ma anche quello dove ci saranno più conflitti nella classe. E io gli dico si, cazzo, è stravero. Sono finiti anche i sorrisetti ipocriti, ora ognuno pensa a sè, a soddisfare l'angosciosa scommessa, a dirsi "è fatta" con ghigno di re. C'è animosità ed è morto il senso di altruismo che forse non c'è mai stato. Se qualcuno salta un interrogazione e il professore dice che non importa, che lo interrogo la prossima volta, quello viene comunque ricoperto di invettive e offese. E' importante solo quel voto finale in centesimi. L'altro mi dice che in fondo siamo tutti degli individualisti e che nelle situazioni più pressanti ci mostriamo per quello che siamo veramente. Ma no, non ci credo, non voglio, se la metti così, in una prospettiva cosmica, è brutto, bruttissimo. Non ci possiamo solo realizzare in noi stessi , ci servono gli altri, serve l'Io nel Noi. Ma ti sembra che ora si cerchi di essere persone o personaggi, mi dice. Ma è una fase storica, non assoluta. Si, è una fase storica, ma per noi assoluta. E io dico che questo nichilismo etilico da sbato sera non mi piace, che è meglio chiudere la discussione. E lui no, ognuno pensa a se perchè il pensare per gli altri è fallito, perchè nessuno si sente più parte di un ideologia, di un sogno, di qualcosa che trascenda la propria finitudine, che lo faccia sentire grande; la società non ci vuole, ci ripudia, fa a meno della nostra forza biologica, della nostra volontà di potenza, e noi ripieghiamo su noi stessi, presumendo di creare un mondo nuovo, che appartiene solo a noi, di cui siamo il centro vivificatore. E non riuscendoci muoriamo.