mercoledì 11 novembre 2009

Ah Boh

Il nostro Paese assiste all’ennesimo imbarbarimento dello scontro, che nulla ha a che vedere con la politica, e in mezzo ci finisce per l'ennesima volta una donna

Mara Carfagna

Ebbene si, signori miei, hanno avuto la malsana, faziosa, morbosa, brigatista, terrorista, idiota idea di fare un fumetto su Giorgia Meloni, un Ministro della Repubblica Italiana.



lunedì 9 novembre 2009

martedì 3 novembre 2009

Come impararono a non preoccuparsi e ad amare il libero mercato

"La presenza del crocefisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastiche, potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso. Avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione. Tutto questo potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose o sono atei. La Corte non è in grado di comprendere come l'esposizione, nelle classi delle scuole statali, di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo, possa servire al pluralismo educativo che è essenziale per la conservazione di una società democratica così come è stata concepita dalla Convenzione europea dei diritti umani, un pluralismo che è riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana."

Questa è la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che ha accolto il ricorso presentato da una cittadina italiana, Soile Lautsi Albertin, nel 2007.
I miei informatori, coadiuvati dal Mossad, i servizi segreti russi, il dottor Stranamore e dal club delle giovani marmotte sono stati sguinzagliati per Strasburgo per capire come mai questa decisione sia stata presa. Pare, mi riferisce il Dr. Stranamore tramite il telefono rosso, che i sette giudici autori della sentenza, Francoise Tulkens, Vladimiro Zagrebelsky, Ireneu Cabral Barreto, Danute Jociene, Dragoljub Popovic, Andras Sajò e Isil Karakas, siano stati per due anni indecisi, ma non appena Tito Boeri, Paul Krugman e Oscar Giannino gli hanno segnalato l'articolo sulla "Concorrenza (s)concordataria" scritto da me e Scrooge (soprattutto lui) per Mp News (e postato anche qui) abbiano compreso la necessità di liberalizzare il mercato della fede e hanno preso questa decisione (che in apparenza ha poco a che fare con le nostre proposte) come insospettabile apripista per strutturali riforme liberalizzatrici da attuare in un prossimo futuro nell'ambito del mercato della fede. Lo scannamento etico che si è acceso perde quindi la sua ragion d'essere vista la natura puramente microeconomica della decisione della corte di Strasburgo, avvallata solo dopo aver ben consultato il capitolo di Bowles sul primo e secondo teorema dell'economia del benessere.

lunedì 2 novembre 2009

Io so che tu non sai

Quando fai incazzare un filosofo questi comincia a mandarti a fanculo, offenderti scurrilmente, uscirsene con un "Ma te che ne sai, idiota? Ho ragione io che sono un filosofo" (capovolgendo inconsciamente la massima socratica del filosofo che sa di non sapere). Seguono gesti scocciati e matteggi degni di un bambino a cui hanno fregato il panino con la nutella.
Se non mi credete confrontate questo recente articolo:

«Non intendo più candidarmi a nulla. Nel 2010 non farò più il sindaco di Venezia, né il deputato. Basta. Quante volte occorre essere sconfitti in una vita?». Massimo Cacciari si ritira? «Continuerò a dire la mia, ma non accetterò più impegni organizzativi. Ho già dato, serve realismo. Trent'anni fa speravo con altri di poter imprimere una svolta al Pci. Poi ci ho provato con Occhetto, quindi con il partito dei sindaci, con l'Asinello di Prodi, con la Margherita e infine con il Pd. Quel che ora dice Rutelli io l'avevo detto molto tempo prima. A chi dovrei continuare a predicare?».
E guidare il movimento di Rutelli?
«Ma quando mai mi si è offerto di guidare qualcosa? E comunque non me ne frega niente, il potere mi fa ridere. Stimo Tabacci e, a Rutelli, mi lega una affettuosa amicizia. Condivido la sua scelta, ma io con l'Udc non ho nulla a che vedere. Né con gli altri».
Cioè il Pd di Bersani?
«Gli auguro successo, ma sarà la cosa 2, 3 o 4 di D'Alema. È un dramma quel che si profila nel Pd. L'intesa col centro è inevitabile e 'sta frittata qui, un centrosinistra da prima Repubblica che è il vecchio disegno di D'Alema, non mi interessa culturalmente. Anche se è l'unica via per sconfiggere Berlusconi».
Trovi lei un'altra via.
«E cosa dovrei fare? Più di come mi sono fatto il culo in questi anni? Nessuno mi ha mai filato, anche se ho avuto sempre ragione. In politica bisogna essere a tempo e non in anticipo, a 65 anni ho capito che non sono capace di fare politica. Il mio amico D'Alema sì, che è capace».
Ha mediato con Rutelli.
«Non sento D'Alema da quando avevo i calzoni corti, ma so per certo cosa gli ha detto. "Ti capisco, Francesco. Fai il centro e ci incontreremo in una bella alleanza"».
D'Alema potrebbe diventare ministro degli Esteri Ue.
«Sì, dopo aver rimestato nel pollaio in modo tale da diventarne l'ambasciatore più rappresentativo... È lo stesso film del '98, quando D'Alema nel casino generale fa un bell'accordo fuori dal centrosinistra e diventa premier».
Rimpiange Prodi?
«Macché, lasciamolo perdere Prodi. Veltroni sì che aveva idee, ma non ce l'ha fatta per limiti personali e incapacità organizzativa. Fassino e Rutelli erano autenticamente per il Pd, sono stati generosi e nemmeno loro ce l'hanno fatta. Casini? Anche lui non ha capito nulla».
Le Regionali: un bagno?
«Non è detto. Bersani può anche tenere, Pd e centro assieme potrebbero fare meglio che alle Politiche».
La Bindi accusa Rutelli di pensare al se stesso.
«Vada a spasso. Ci vorrebbe un libro per raccontare i disastri che ha fatto la Bindi».
Quanta amarezza...
«Macché amarezza, una liberazione. Non vedo l'ora di tornarmene all'università».


E questo vecchio video:


mercoledì 28 ottobre 2009

In italia il blogger va di moda da molto tempo

Saviano ha detto:
Se apri un giornale straniero vedi principalmente una cosa: fatti.
Se apri un giornale italiano vedi principalmente una cosa: politica.
Questa riflessione mi ha ricordato l'incontro con David Randall sul ruolo del giornalismo al festival di Internazionale dell'anno scorso. Al giornalista inglese era stato chiesto se nel futuro il mestiere di blogger avrebbe rimpiazzato quello del giornalista. Lui rispose che a differenza dei blogger i giornalisti si occupano (o si dovrebbero occupare) di una sola cosa: facts, not opinions. Poi ha chiesto alla sala: "alzi la mano chi ha un opinione sulla guerra in Iraq". Immediatamente un proliferare di manine. Poi ha chiesto "alzi la mano chi ha notizie inedite su ciò che sta accadendo in Iraq". Neanche una manina. E ha continuato: "Vedo che ci sono moti potenziali blogger e nessun potenziale giornalista. Nel futuro non potremo solo avere opinioni ma serviranno anche fatti a cui riferirle. Chiunque può avere un opinione e spesso la maggior parte non è affatto interessante o originale. Il giornalista ha invece il compito di portarti a vedere quello che c'è fuori dalla finestra".

domenica 25 ottobre 2009

"Non sono stato io"

Marrazzo andava con i trans, con l'auto blu guidata dall'autista, in un appartmento di un condominio pieno di gente e strafamoso, pagava con gli assegni ed è stato filmato due volte. Mi chiedo quanto si sia stupito che qualcuno sia riuscito nella titanica impresa di incastrarlo.