Io e Alberto avevamo 15 anni e frequentavamo due scuole diverse. Entrambi eravamo interessati al giornalismo e alla politica con quell'approccio sessantottino derivante dalle LGRIPG definite da Coppola (Linee guida per una rivoluzione individualistica a passo di gambero), che andavano molto forte tra noi quindicenni rocckettari. Eravamo entusiati

Decidemmo il nome, "Idee in movimento", e la linea editoriale. Un'avvocatessa amica di Alberto avrebbe dato il suo contributo con un articolo sulla Bossi-Fini, inoltre molti ragazzi ci avrebbero fornito articoli sulla nostra generazione (troppo critici), recensioni musicali (anacronistiche), propaganda antiberlusconiana (male argomentata). Il tutto seguendo le LGRIPG. Nonostante tutte queste cose mi fanno sorridere ripensandole oggi, all'epoca eravamo decisi e convinti nella nostra missione di risveglio delle coscienze.
Era tutto pronto: gli articoli c'erano, i redatttori (noi due) pure; mancava solo di trasformare la potenza in atto. Qui giunsero i primi problemi. Eravamo idealisti si, ma le nostre ideologie dovevano convivere con le esigenze adolescenziali e con l'impegno scolastico. La pubblicazione venne rimandata di settimana in settimana. Alberto mi contattava per chiedermi a che punto fossi con l'impaginazione e io rispondevo che in quella settimana avevo dovuto studiare per il compito di matematica o che gli allenamenti di basket mi avevano impedito di dedicarmi al nostro progetto. Lui era più motivato di me, oltre che meglio organizzato con la scuola, e aveva un indole più pragmatica. Un giorno mi disse "Entro giovedì pubblichiamo altrimenti muore tutto". Io risposi che si, andava bene, per giovedì avrei finito e stampato tutto, anche se sapevo che la mia debole volontà non

1) Un progetto troppo ambizioso, difficile da realizzare anche con l'impiego di tutte le forze disponibili
2) Scarsa volontà e possibilità di utilizzare anche un quinto delle forze disponibili
3) Eccessiva preparazione e mancata attuazione di ciò che era stato elaborato
4) Insistenza nel continuare un progetto ormai fallito
Di certo fu un'esperienza importante, formativa e spesso divertente. Solo che dovevamo farla finita prima, non continuare a perdere del tempo e magari dedicarci a un nuovo progetto meno ambizioso o ritornare a fare le nostre cose. Presto ci accorgemmo che tutto stava morendo ma testardamente pensammo che le cose si sarebbero aggiustate da sole. Dovevamo chiudere tutto prima. Intere settimane furono sprecate.
Ora vi propongo di:
- sostituire il soggetto "Idee in movimento" con il soggetto "Partito Democratico"
- fare qualche aggiustamento e deduzione
- comunicarmi se notate qualche somiglianza
Grazie
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