mercoledì 22 luglio 2009

Idee in movimento

Vi racconto una storia.

Io e Alberto avevamo 15 anni e frequentavamo due scuole diverse. Entrambi eravamo interessati al giornalismo e alla politica con quell'approccio sessantottino derivante dalle LGRIPG definite da Coppola (Linee guida per una rivoluzione individualistica a passo di gambero), che andavano molto forte tra noi quindicenni rocckettari. Eravamo entusiati delle possibilità di cambiare le cose e del ruolo prometeico che avremmo avuto nell'imminente rivoluzione cultutrale (sigh!). Deicidemmo presto di passare dalle parole all'azione e dopo un paio di chiaccherate via chat definimmo il nostro progetto: fondare un giornale di controinformazione indirizzato ai nostri coetanei e diffonderlo nelle scuole. Avremmo cominciato con i nostri licei ma poi la cosa si sarebbe ingrandita fino ad avere un respiro provinciale, regionale, nazionale, mondiale.
Decidemmo il nome, "Idee in movimento", e la linea editoriale. Un'avvocatessa amica di Alberto avrebbe dato il suo contributo con un articolo sulla Bossi-Fini, inoltre molti ragazzi ci avrebbero fornito articoli sulla nostra generazione (troppo critici), recensioni musicali (anacronistiche), propaganda antiberlusconiana (male argomentata). Il tutto seguendo le LGRIPG. Nonostante tutte queste cose mi fanno sorridere ripensandole oggi, all'epoca eravamo decisi e convinti nella nostra missione di risveglio delle coscienze.
Era tutto pronto: gli articoli c'erano, i redatttori (noi due) pure; mancava solo di trasformare la potenza in atto. Qui giunsero i primi problemi. Eravamo idealisti si, ma le nostre ideologie dovevano convivere con le esigenze adolescenziali e con l'impegno scolastico. La pubblicazione venne rimandata di settimana in settimana. Alberto mi contattava per chiedermi a che punto fossi con l'impaginazione e io rispondevo che in quella settimana avevo dovuto studiare per il compito di matematica o che gli allenamenti di basket mi avevano impedito di dedicarmi al nostro progetto. Lui era più motivato di me, oltre che meglio organizzato con la scuola, e aveva un indole più pragmatica. Un giorno mi disse "Entro giovedì pubblichiamo altrimenti muore tutto". Io risposi che si, andava bene, per giovedì avrei finito e stampato tutto, anche se sapevo che la mia debole volontà non me lo avrebbe permesso. Così Alberto decise di fare per conto proprio, stampò un collage di alcuni articoli che avevamo pronti e lo distribuì nella sua scuola. Presto decise di inserire un po' di cronaca scolastica nei numeri seguenti, fino a quando si stancò di vedere il prodotto del suo sudore ignorato e accartocciato. "Idee in movimento" finì così velocemente così come era iniziato. Gli errori furono:
1) Un progetto troppo ambizioso, difficile da realizzare anche con l'impiego di tutte le forze disponibili
2) Scarsa volontà e possibilità di utilizzare anche un quinto delle forze disponibili
3) Eccessiva preparazione e mancata attuazione di ciò che era stato elaborato
4) Insistenza nel continuare un progetto ormai fallito

Di certo fu un'esperienza importante, formativa e spesso divertente. Solo che dovevamo farla finita prima, non continuare a perdere del tempo e magari dedicarci a un nuovo progetto meno ambizioso o ritornare a fare le nostre cose. Presto ci accorgemmo che tutto stava morendo ma testardamente pensammo che le cose si sarebbero aggiustate da sole. Dovevamo chiudere tutto prima. Intere settimane furono sprecate.

Ora vi propongo di:
- sostituire il soggetto "Idee in movimento" con il soggetto "Partito Democratico"
- fare qualche aggiustamento e deduzione
- comunicarmi se notate qualche somiglianza

Grazie

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